Superenduro people: Franco Monchiero, direttore di gara.

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Franco Monchiero, direttore di gara del circuito Superenduro, ha un ottimo rapporto con tutto quello che ha due ruote: personaggio storico del mountain biking italiano fin dalle origini, motociclista di razza sia in enduro che motocross, oggi Franco nonostante i mille impegni tra lavoro e famiglia riesce ancora a trovare il tempo per coltivare la sua passione per il fuoristrada, sia in moto che in bici. Dopo l’apertura trionfale della stagione di Superenduro con i 240 iscritti di S. Bartolomeo al Mare abbiamo chiesto a Franco di soddisfare alcune curiosità sulle gare di Superenduro, viste le tantissime richieste che ci sono arrivate negli scorsi giorni via mail, forum e su facebook. Lo abbiamo raggiunto in un weekend stranamente libero da impegni, ecco la nostra chiacchierata.

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Franco Monchiero nelle vesti di direttore di gara della prima prova del circuito Superenduro a S. Bartolomeo al Mare

Buongiorno Franco, o meglio, Direttore di Gara. Ma tu, esattamente, cosa fai per il Superenduro? A San Bartolomeo ti abbiamo visto sventolare la bandiera a scacchi all’arrivo: non era meglio metterci una bella ragazza?

Senza dubbio era meglio metterci una bella ragazza, magari ci penseremo per le prossime gare, a patto di trovarne una sufficientemente “Superenduro”….. a parte gli scherzi, il lavoro da fare ad una gara e davvero tanto, praticamente cominciamo il sabato mattina molto presto e si finisce la domenica sera molto tardi senza quasi mai smettere e sinceramente è piuttosto dura, ma io mi diverto tantissimo, infatti oggi l’organizzazione di un buon evento è una delle mie soddisfazioni maggiori, mi piace vedere le cose funzionare bene e sperare di riuscire a divertire soprattutto chi partecipa ad una nostra gara. Alla fine dei conti questa formula la sento un pò come una mia creatura e come ogni padre è bello riscontrare l’apprezzamento verso i figli… fino ad ora credo la gente sia stata contenta di ciò che ha trovato quando ha partecipato ad una Superenduro, ma non ci fermeremo continueremo a lavorare per progredire.

Ma esattamente “chi è” il Superenduro? O meglio, il Superenduro è solo un brand o dietro c’è un gruppo di persone? E cosa fanno queste persone?

Prima ho parlato del duro lavoro che viene fatto durante una gara, ma la parte più importante del lavoro viene fatta a casa da un gruppo di persone che sottrae tempo al proprio lavoro, alla famiglia e al tempo libero, ma come dicevo prima lo fa traendone grandi soddisfazioni e perciò le riunioni fino all’una di notte non pesano.
Siamo quasi una decina di persone, ognuno di noi ha dei compiti ben precisi, io mi occupo della parte logistica ed organizzazione della manifestazione, mi coordino con gli organizzatori locali per la definizione e svolgimento della gara e lavoro per definire mano a mano il regolamento perché è normale che si evolva ed apportiamo modifiche nel tempo, poi ci sono tutti gli altri che svolgono compiti ancora più importanti riguardanti la comunicazione e promozione di tutto il circuito. Probabilmente molti fanno fatica a capire cosa ci sia dietro, ma vi assicuro che è un grande lavoro.

Come è diviso il carico di lavoro dell’organizzazione di una gara tra il Superenduro e gli organizzatori locali?

Noi abbiamo stabilito le linee guida, creato un regolamento ed organizzato, come dicevo prima, tutta la parte di comunicazione e promozione importantissima per dare visibilità e quindi crescere sempre, l’organizzazione locale ci mette a disposizione le propria esperienza (questo è importante, cioè la scelta di una località è data anche dal livello di esperienza che hanno per garantirci una buona qualità della manifestazione), preparano un percorso che garantisca l’ottimo livello richiesto e soprattutto faccia divertire gli utenti…. La gente deve divertirsi e questo è il nostro “focus” più importante.

Il concetto del Superenduro ha chiari richiami al mondo dei motori, in particolare all’enduro in moto e ai rally. È stata una volontà precisa? Perché?

Per quanto ci riguarda si…. In Francia organizzano gare di questo genere, ma secondo me danno una interpretazione diversa, potrei affermare che il regolamento francese è più semplice, forse addirittura ci sono meno regole e lo svolgimento delle gare ha solo una componente principale e si tratta di agonismo, naturalmente anche noi in Italia facciamo dell’agonismo, ma ho la presunzione di affermare che le nostre hanno preso veramente una buona piega, da noi la gente viene soprattutto per divertirsi ed era ciò che volevamo.
Durante i molti anni di partecipazione a gare di Enduro (anni fa si chiamava Regolarità) mi sono accorto che le regole complesse (vi posso garantire che l’enduro in moto è molto più complesso ed articolato del nostro) e certe volte quasi inspiegabili di questa disciplina probabilmente ne hanno decretato il successo.
La complessità dei regolamenti, l’interpretazione di questi e organizzarsi per partecipare ad una gara forse distoglie in parte dalla tensione tipica che si crea durante qualsiasi competizione.
Altra cosa importante….. ho iniziato ad andare in mtb fin dalla metà degli anni 80 e forse per i miei trascorsi motociclistici, ciò che mi diverte di più è guidare la bici in discesa, ma chi può negare che una discesa fatta dopo essersela guadagnata pedalando la risalita sia molto più divertente e soprattutto ti dia una grande soddisfazione? Bene…. Questo è anche il Superenduro!

Come consigli di affrontare una gara di Superenduro? Dacci il tuo parere sul mezzo, l’abbigliamento, le protezioni e cosa mettere nello zaino (se metterlo).

Ogni tanto leggo sui forum le varie discussioni su questi temi ed ognuno esprime la propria teoria più o meno giusta, ma la cosa più importante è proprio questo, cioè che si discuta, confrontarsi sulle scelte e strategie fa parte della filosofia Superenduro….. il Superenduro è strategia ed anche questa componente fa parte del divertimento!! Forse quando certe scelte saranno scontate vorrà dire che sarà ora di apportare modifiche al regolamento per renderle più incerte.
Sempre di più saremo severi nel far rispettare il regolamento sull’autosufficienza in gara, infatti è importante si capisca che il Superenduro è anche gestirsi da soli senza aiuti esterni in modo da equilibrare le forze tra i vari partecipanti.
Sono contento stiano nascendo delle esigenze tecniche particolari di questa disciplina che costringono i progettisti a lavorare per dare attrezzature e accessori specifici di grande utilità (esempio reggisella telescopici ecc.), quindi il Superenduro è anche grande evoluzione tecnica!
Per l’abbigliamento sono convinto sia importantissimo proteggersi magari a scapito del confort o della praticità, ma siccome vorrei continuare a divertirmi e far divertire consiglio di optare per soluzioni che garantiscano sempre ed ovunque la massima sicurezza e poi come dicevamo prima, anche in questo campo, presto vedremo protezioni specifiche.

Lo slogan del Superenduro è “Race Different”. In cosa è diverso il Superenduro da tutte le altre competizioni di MTB?

Spero lo sia nella filosofia principale, cioè divertimento e farlo in posti belli!!
Come dicevo, sono tanti anni che guido le bici, ma una cosa da me riscontrata è la graduale diminuzione dell’importanza di farlo in posti e percorsi di qualità, vorrei che Superenduro mantenga nel tempo questa caratteristica.

Quest’anno, con 12 prove, il circuito Superenduro è sicuramente la più importante realtà tra le gare di mountain biking in Italia. Per il prossimo anno pensate di aggiungere ulteriori tappe, o concentrarvi sull’innalzamento del livello di quelle esistenti?

Probabilmente dobbiamo ancora crescere, ma una delle possibili evoluzioni sarà di portare il Superenduro più vicino agli utenti e quindi organizzare le gare a macrozone…… potrebbero essere tre: nord-ovest, nord-est e centro Italia e da qui fare una selezione per arrivare a delle finali, ma sicuramente dobbiamo ancora promuovere meglio la nostra formula in quelle zone d’Italia dove non è ancora stata recepita…. Ci arriveremo!!

Come rispondi alle critiche che ci sono arrivate nei giorni successivi alla prova di S. Bartolomeo al Mare, soprattutto a quelle relative al pacco gara e ai ristori?

Non dimentichiamo mai che il Superenduro è autosufficienza…. Comunque sul tema ristori sicuramente dobbiamo migliorare e lo faremo, ma voglio giustificare in parte gli organizzatori di San Bartolomeo in quanto probabilmente non si aspettavano una così importante adesione di iscritti alla prima gara dell’anno e questo sicuramente li ha spiazzati.
Le critiche al pacco gara francamente non mi toccano, anzi per evitarle dalle prossime gare ho vietato da regolamento “il pacco gara” non deve essere un argomento di discussione, lo ripeto per l’ennesima volta, la gente deve venire alle nostre gare per divertirsi e per farlo è giusto che trovi un’ottima qualità dei percorsi/territorio ed organizzazione, se la discriminante deve essere il pacco gara stiano pure a casa.
Scusatemi, ma voglio essere chiaro su questo argomento.

Ultima domanda: se potessi invitare tre persone a correre una tappa del Superenduro, chi sarebbero (non per forza biker…)?

1-Prima di tutti alcuni bikers che si prendono troppo sul serio perché almeno capirebbero cosa significa divertirsi!! L’anno scorso alla gara di Sauze d’Oulx è venuto uno dei più brevi atleti xc d’Italia (Andrea Tiberi) e mi pare si sia divertito tantissimo.
2-Il mio amico Osvaldo che non ha mai fatto gare, ma sono sicuro che si divertirebbe un casino!
3- Uno grande nome sportivo proveniente da un altro mondo….. magari Valentino Rossi perché ho l’impressione sia uno che abbia ancora voglia di divertirsi e sicuramente lo farebbe.

Grazie Franco, ci vediamo a Sestri Levante il 19 aprile!